Milano: Springer-Verlag Italia, 2009. — 150 p. — ISBN: 978-88-470-1153-3.
È dalla più remota antichità che l’uomo si interroga sulla struttura dell’Universo Fisico in cui vive e sulle leggi che governano il suo essere, ovvero il suo divenire. Il progresso sulla strada di tale comprensione compiuto nel XX secolo è strabiliante e non ha paragone rispetto ai progressi realizzati in tutti i secoli precedenti. Con un po’ di presunzione si può ipotizzare che probabilmente esso rimarrà straordinario anche rispetto ai progressi realizzati nei secoli successivi.
È soltanto dagli anni tra il 1920 e il 1930 che si conoscono le reali dimensioni dell’Universo visibile e la sua costante espansione. La Relatività Generale, che è la teoria della gravità, indispensabile per inquadrare tutti i fenomeni cosmici e astrofisici sia a grande scala che a piccole distanze, fu formulata da Einstein nel 1915. Essa, però, non sarebbe nemmeno immaginabile al di fuori degli straordinari progressi della matematica e soprattutto della geometria, realizzati nel secolo XIX e fino all’alba del XX, a opera di giganti del pensiero umano come Gauss, Riemann, Lobachevskij, Poincaré e gli italiani Ricci Curbastro, Bianchi e Levi Civita. Per giungere a questi, fu anche necessario superare pregiudizi filosofici vecchi di duemila anni sulla evidenza a priori della geometria euclidea inclusi da Kant nei presupposti del pensiero critico.
Prefazione
L’Universo, la gravità e lamateria
Che cos’è la gravità?
L’Universo è un sistema dinamico
Superstringhe e Brane danno la risposta?
Letture ulteriori