Laterza, 2006. — 233 p.
L’Impero Romano d’Occidente cadde quando le risorse di cui disponeva divennero incapaci di gestire un movimento migratorio in armi che lo avrebbe travolto. Leggendo Barbero sembra di vedere un servizio al telegiornale. I “barbari” vivevano da secoli dentro l’Impero, integrati in uno Stato multinazionale in cui anarchia, guerre e epidemie avevano imperversato per secoli e dove la piaga del latifondismo e del colonato (oltre che la schiavitù) schiacciavano una popolazione civile a uso e consumo di elite e militari. È in questo contesto che Roma cadde, le invasioni furono solo la goccia che fece traboccare il vaso di un sistema amministrativo e culturale avanzatissimo ma non più capace di evolvere ne di assorbire un moltitudine disorganizzata di genti in fuga dagli Unni.