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Colombo Maurizio. Auxilia e Legiones. La Fanteria Romana nel IV Secolo

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Colombo Maurizio. Auxilia e Legiones. La Fanteria Romana nel IV Secolo
Nadir Media, 2022. — 227 p.
L’organizzazione dell’esercito Romano dell’inizio del IV secolo, dopo la riorganizzazione effettuata da Diocleziano, è, sotto alcuni aspetti, simile a quella dei Severi, anche se accresciuta dal punto di vista numerico (si è passati dai circa 350.000 uomini dell’esercito severano ad almeno 450.000 effettivi di quello dioclezianeo); ad esempio ritroviamo nell’esercito del Dominato i vecchi tipi di unità dell’Alto Impero, come legiones, auxilia, alae e cohortes. La prima, è più importante, differenza tra l’esercito del Dominato e quello del Principato, è la distinzione tra esercito “campale” ed esercito “di frontiera”, il primo altamente mobile e d’elite, suddiviso a sua volta in più eserciti campali centrali e regionali, il secondo legato al limes e con un addestramento minore, ma comunque sufficiente ai compiti principalmente difensivi cui era destinato e composto, almeno fino alla fine del IV secolo, da professionisti. All’interno dell’esercito campale si ha poi una distinzione tra truppe palatine, comitatensi e pseudocomitatensi (qui elencate in ordine di rango). Così le 42 legioni dell’esercito campale vengono ora divise in tre classi: legiones palatinae (ad es. Ioviani Juniores e Herculiani Iuniores), legiones comitatenses (ad es. Decima Gemina e Quinta Macedonica), e legiones pseudocomitatenses (ad es. Prima Italica e Quarta Italica). Vi è inoltre una classe di fanti del tutto nuova nell’esercito campale: gli auxilia palatina; sono citate nella Notitia Dignitatum circa un centinaio di unità di auxilia palatina, (ad es i Batavi Seniores ed i Mattiaci Seniores.) La cavalleria dell’esercito campale consiste di 24 vexillationes palatinae (ad es. Equites Promoti Seniores e Comites Clibanarii) e di 61 vexillationes comitatenses (ad es. Equites Quinto Dalmatae ed Equites Primi Clibanarii Parthi). In questo ordinamento, così caratteristico della mentalità romana, che dà molta importanza al rango, sia di singole persone che di gruppi, ed associa a ranghi diversi oneri e benefici diversi, le truppe palatine sono l’elite dell’esercito campale, le truppe comitatensi sono quelle “di linea”, e le pseudocomitatensi sono quelle trasferite d’ufficio dall’esercito territoriale a quello campale (e ciò dimostra che, almeno per il IV secolo, si trattava di soldati di professione, sufficentemente armati ed addestrati, e pronti, se necessario, ad assumere compiti anche offensivi). Inoltre, come a sottolineare l’evoluzione dell’esercito romano verso una forza principalmente montata, la cavalleria palatina e comitatense aveva rango superiore rispettivamente alla fanteria palatina e comitatense. Vi sono inoltre le guardie dell’Imperatore, ovviamente le più alte in rango, divise in 12 scholae palatinae (ad es. Scola Scutariorum Secunda e Scola Armaturarum Seniorum), 5 all’Ovest e 7 all’Est, che hanno sostituito i Pretoriani, sciolti da Costantino; le scholae sono unità particolari, in quanto spesso gli scholares sono nominati ufficiali o vengono incaricati di missioni speciali; esse sono poste agli ordini del magister officiorum, una carica civile simile a quella di cancelliere dell’Impero, anziché agli ordini di magistri militum, carica militare che detiene il comando di più unità. Più specificatamente destinati alla funzione di scuola per i futuri ufficiali erano i Protectores Domestici, che fungevano anche da guardia del corpo dell’Imperatore. Tra le truppe di fanteria dell’esercito territoriale precipue sono circa 150 legiones e 118 cohortes, ma vi sono anche 16 numeri, di cui uno solo fuori dalla Britannia (Numerus Barcariorum) e varie altre unità denominate milites (ad es. Milites Fortenses, Milites Munifices) e auxiliares.
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